di Anna Maria Onelli
16 ottobre 2020

Lo scrittore irlandese, che indossava calze di seta, pantaloni al ginocchio, strane cravatte e giacche di velluto, amava passeggiare tenendo tra le mani un giglio o un girasole. Conosciuto per il suo modo di scrivere raffinato, per le sue battute di spirito, le sue frasi brevi e sentenziose e il suo modo di vedere il mondo controcorrente, fu un amante della letteratura e del lusso, ma fu sempre in difficoltà economiche.
Si sposò solo per interesse e per le sue frequentazioni omosessuali subì ben tre processi, finché nel 1895, fu condannato a due anni di lavori forzati. Allora, l’omosessualità era considerata un crimine, chiamato «gross public indecency», equiparato ad “atti osceni in luogo pubblico”. Per questo non poté più rivedere i suoi due figli. Fu un giornalista, un poeta, un drammaturgo e scrisse i più importanti capolavori teatrali dell’Ottocento, “ Il ritratto di Dorian Gray”, “L’importanza di Chiamarsi Ernesto”,…Morì in Francia, a soli quarantasei anni, per una forma di meningite.
Un suo celebre aforisma:
Non discutere mai con un idiota…Ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza